Carlo Urbani nasce a Castelplanio, in provincia di Ancona, il 19 Ottobre 1956.
Il desiderio di prendersi cura delle persone sofferenti lo porta a
scegliere gli studi di Medicina e la specializzazione in malattie
infettive. Dopo la laurea, lavora in un primo tempo come medico di
base, poi diviene aiuto nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale
di Macerata.
Con altri medici organizza, dal 1988-89, dei viaggi in Africa centrale,
per portare aiuto ai villaggi meno raggiungibili. Ancora una volta la
sua comunità parrocchiale lo accompagna e lo sostiene con un ponte di
aiuti alla Mauritania. Questa realtà lo coinvolge al punto che decide di lasciare l'ospedale, quando ormai ha la possibilità di diventare primario.
Nel 1996 entra a fare parte dell'organizzazione Médecins Sans Frontières
e parte insieme alla sua famiglia per la Cambogia, dove si impegna in
un progetto per il controllo della schistosomiasi, una malattia
parassitaria intestinale. Anche qui rileva le forti ragioni sociali ed
economiche del diffondersi delle malattie e della mancanza di cure.
Nella sua veste di consulente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità
per le malattie parassitarie ha l'opportunità di ribadire ulteriormente
che la causa primaria del diffondersi delle malattie è la povertà. Come
Medico Senza Frontiere, l'interesse primario di Carlo è nella cura dei
malati, tuttavia non può tacere sulle cause che provocano quelle
sofferenze.
Nell'aprile del 1999 viene eletto presidente di Msf Italia. In questa veste partecipa alla delegazione che
ritira il premio Nobel per la pace assegnato all' organizzazione.
Dopo la Cambogia, il suo impegno lo porta nel Laos, e
quindi in Vietnam. Nelle ultime settimane di vita si dedica con
coraggio alla cura e alle ricerche sulla Sars, la terribile malattia
respiratoria che minaccia il mondo intero. E' perfettamente conscio dei
rischi che corre, tuttavia, parlandone con la moglie, osserva: "Non
dobbiamo essere egoisti, io devo pensare agli altri". All'inizio di
marzo si reca a Bangkok per un convegno, nulla lascia intuire che abbia
contratto il contagio. Dopo l'arrivo i sintomi della Sars si manifestano con forza e
Carlo, tra i primi a occuparsi della malattia, capisce benissimo la
propria situazione.
L'amore per il prossimo che lo ha accompagnato tutta la
vita, lo fa rinunciare anche all'ultimo abbraccio per evitare ogni
possibilità di contagio. La moglie gli resta vicina, ma nessun incontro
diretto è più possibile. Dopo avere ricevuto i sacramenti, Carlo Urbani muore il 29 marzo 2003.